Consiglio programmatico Unifedericiana

 

Sindacato Libero Scrittori Italiani, Federiciana Università Popolare e CNUPI

presentano il Consiglio Programmatico Unifedericiana: lunedì 24 giugno 2019 presso la sede FAI CISL di via Tevere 20, 4° piano, Roma.

 

Intervista al Presidente della Federiciana Università Popolare Prof. Salvatore Maria Mattia Giraldi

Salvatore Maria Giraldi

Lo scorso 24 giugno 2019 presso la sede FAI CISL si è tenuto il consiglio programmatico dell’Università Popolare Federiciana, oggi abbiamo incontrato il Presidente Salvatore Maria Mattia Giraldi per saperne di più.

1. Professor Giraldi, l’Università Federiciana, in quanto Popolare, si rivolge a tutti, senza distinzioni proponendo master e corsi formativi anche ai non laureati. Ritiene che un simile approccio possa costituire un importante opportunità al fine di creare una società sempre più informata e competente dal punto di vista lavorativo? Se si, in cosa facendo la Federiciana per muoversi in questa direzione?

La Federiciana Università Popolare affiancando ed ampliando in modo mirato le conoscenze acquisite nei percorsi di studio già compiuti, sviluppa attività didattiche finalizzate a rimuovere le barriere di natura economico-sociale.
Al professionista viene proposta una formazione sempre più aggiornata per l’acquisizione di competenze più specifiche.
A chi non ha conseguito un titolo di studio specifico, la Federiciana Università Popolare, offre la possibilità di poter facilitare l’inserimento nel privato specializzandosi in quei settori che offrono più possibilità d’impiego ed interessanti prospettive di guadagno.
Ed in ogni caso apprendere significa affacciarsi alla vita in modo diverso, “la conoscenza rende l’uomo libero”.

2. Il rapporto Europeo di aprile 2019 mostra dei risultati spaventosi: l’Italia si pone penultima nella classifica per numero di laureati, riuscendo a superate solo alla Romania. Ritiene che questo allarmante risultato manifesti un sentimento di sfiducia nei confronti dell’offerta formativa delle Università Italiane?Cosa dovrebbero fare le Università del bel paese per attrarre studenti?

Bisognerebbe fare un passo indietro nella concessione della gestione privata del potere, rivedendo quella morbosa convinzione che costruire confini e barriere sia indispensabile all’umanità.
Il diritto allo studio ed il libero accesso alle Università deve essere di tutti.
Oggi, per esempio, in Italia non abbiamo medici e non abbiamo infermieri, il grave fenomeno della carenza dei medici di famiglia è un pericolo che a breve potrebbe diventare realtà e le cause sono da attribuire ai numerosi pensionamenti in programma e soprattutto al persistente numero chiuso delle università.
Rigide selezioni per un numero di posti ridotti, nonchè scandali e raccomandazioni fanno si che molti giovani cerchino di realizzare il sogno di diventare medico iscrivendosi in Albania dove si può accedere liberamente, mentre in Italia nei prossimi cinque anni smetteranno di lavorare 14.908 medici di famiglia e verosimilmente 14 milioni di italiani potrebbero rimanere senza medico di base, per non contare i 35mila specialisti che nei prossimi cinque anni andranno in pensione. Insomma, dai cardiologi ai ginecologi, abbiamo dieci specializzazioni a rischio estinzione, e la cosa più grave è che tutto questo sembra non interessare a nessuno.

3. Ritengo che una società colta sia una società sana, è dunque mia opinione che l’istruzione e la formazione siano step necessari al fine di creare posizioni lavorative sempre più professionali e preparate. Ma non basta solo acquisire le competenze, queste vanno anche mantenute, dico bene?

Tutte le competenze devono essere curate nel tempo, l’attività di aggiornamento deve essere costante e qualificata ma la spinta che proietta oltre la didattica e’ la volontà nella libera ricerca e valorizzazione della propria conoscenza, al fine di promuovere l’acquisizione del sapere multidisciplinare. Deterrente in Italia è certamente la mancata retribuzione dell’aggiornamento. Sostengo da tempo che “una società sana è rappresentata dal riconoscimento reciproco fra l’uomo e la cultura”.

4. Quel è la posizione dell’università Federiciana nei confronti della formazione continua?

Sia le politiche europee che la riforma del lavoro indicano nella formazione continua la migliore forma di tutela dei lavoratori, poiché li rende soggetti competitivi ed appetibili per il mercato del lavoro e per le aziende, pertanto è negli intenti della Federiciana Università Popolare, oltre i confini del sistema scolastico e della formazione professionale, promuovere l’accrescimento della formazione continua, ovvero di sostenere la qualificazione e la riqualificazione professionale dei lavoratori.

5. Ho trovato molto interessante l’idea di una scuola di formazione politica, mi riferisco al corso pensato insieme al professor avvocato Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno, volto a creare una classe dirigente consapevole, capace e competente, presentato durante il consiglio programmatico. Condivide con l’avv. Saraceno l’opinione secondo cui la classe politica di oggi è costituita per la gran parte da soggetti inesperti e, talvolta, del tutto impreparata?

Ho avuto la fortuna di poter frequentare fin da giovane alcuni statisti e questo mi ha consentito di conoscere ed apprezzare la politica, quella politica fatta di studio e tanta competenza che ormai non esiste più.
La politica non è più politica, oggi è spesso ostaggio di figure ignoranti, avide e grette.
Le candidature vengono scelte e proposte dai partiti e l’unico requisito richiesto è il consenso elettorale. Sono pochi i professionisti preparati e soprattutto etici presenti in Parlamento ed in ogni caso al massimo ritroviamo professionalità e conoscenza limitatamente per settore. In Parlamento siedono, fra gli altri, operai e nullafacenti, familiari delle vittime di attentati o di incidenti che hanno destato l’interesse nazionale, inquisiti ed inquisitori di fama, agricoltori ed idraulici e tante altre braccia rubate ai propri mestieri e prestate alla politica. Il ceto politico attuale, secondo un’inchiesta dell’ Espresso, è il più ignorante della storia dell’Italia
Tutto questo ha fatto si che venisse reciso il legame tra sapere e politica e quest’ultima si è trasformata in pura gestione di affari e potere per fini di arricchimento personale o di gruppo.
Primo grande atto di responsabilità circa l’etica e la gestione della cosa pubblica è l’autovalutazione in termini di conoscenza ed onestà, anche se la giusta considerazione, alla luce del degrado politico Italiano, sarebbe che i politici ignoranti non sono altro che il frutto di un Paese in cui l’elettorato è ignorante.
L’impegno della Federiciana vuole essere, quale contributo alla Nazione, quello di concorrere a formare i futuri candidati affermando e promuovendo la necessità di creare un percorso di studi politici che vada dal Liceo Politico alla Laurea in Politica e successiva Specializzazione per ambito specifico, quest’ultimo requisito essenziale per potersi proporre all’elettorato e per poter successivamente ricoprire titolarità politica presso un organo amministrativo dello Stato.

Consiglio Programmatico Unifedericiana | Roma 24.06.2019
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